Gli SMS e i videomessaggi

La riflessione sulla comunicazione mette in primo piano le persone che la praticano,
sia come singole che in relazione.
(C. Cangià)

Ho chiesto a Barbara, un’adolescente di 16 anni, di scrivere per voi, lettori di Unione, delle riflessioni sul l’utilizzo che fa del telefonino ed in particolare degli SMS.

Ecco la sua riflessione: “Al giorno d’oggi l’SMS è una sorta di comunicazione abbreviata perché permette di scambiare piccole frasi con semplici contenuti fra due persone, anche lontane… L’SMS è molto utile perché grazie a questo strumento noi possiamo comunicare con queste persone a costi bassi, quindi risparmiando, e senza bisogno di dover scrivere lettere o chiamare, quindi consumando meno tempo.

 

Tuttavia al di là del risparmio economico e temporale, io credo che SMS sta diventando, oltre che una moda, anche una mania, perché con il passar del tempo si diventa dipendenti da tutte queste cose. Chi oggi, pur di non stancarsi a scrivere o di perder tempo, non scriverebbe ad una persona un SMS al posto di una lettera per comunicarle qualcosa?

Penso che, anche se gli SMS sono utili nella vita pratica, dal punto di vista della vita morale ossia della vita degli ideali e dei pensieri questi SMS ci svantaggiano. L’SMS è un messaggio breve, fatto di pochi concetti e contenuti, in un SMS c’è un massimo di lettere con le quali si può scrivere, se scrivi usando più lettere paghi naturalmente di più. Quindi è come se i nostri pensieri, ciò che vogliamo esprimere abbiano un “limite”. Io credo che la mente vada al di là dei limiti che ci vengono imposti. Per questo agli SMS io preferisco le lettere, nelle quali si può scrivere di tutto quello che ci passa per la mente senza avere dei margini da rispettare.

Per concludere vorrei poter dire che io non rappresento tutti i miei coetanei perché molto probabilmente la maggior parte di loro non la pensa come me; infatti per loro possedere un cellulare e quindi avere la possibilità di inviare SMS risulta come “avere la felicità” senza la quale non si potrebbe vivere. Io invece credo che la felicità sia fatta di ben altre emozioni, per questo non mi preoccupo del fatto che possiedo da quasi tre anni lo stesso cellulare e che mando pochi SMS rispetto ai miei compagni. Ci hanno donato la capacità di pensare, di crearci idee e pensieri, per quale motivo non dovremmo utilizzare queste risorse?”.

(Barbara, 16 anni)

Tutti Fans degli SMS?

Barbara non è certamente una fans degli SMS! Utilizza il cellulare, invia gli SMS, ma sa che sono strumento e non un fine. Ma se ci guardiamo attorno ci sono adolescenti, giovani e adulti che trovano negli SMS un alleato prezioso nei giochi comunicativi. Si, perché comunicare con gli SMS è anche un gioco e un atto, che non solo pone in relazione con l’altro in un tempo veloce e a-sincrono, ma impegna anche ad usare l’ingegno per essere brevi, come ha scritto Barbara che ha evidenziato le ragioni di questa sinteticità comunicativa. Ricordate le abbreviazioni prima che arrivasse il T9? Il linguaggio, così abbreviato, aveva incoraggiato qualcuno a creare dei veri e propri vocabolari per la corretta comprensione delle abbreviazioni.

Diffusi con i cellulari e utilizzati per la loro integrazione con la telefonia mobile, gli SMS, sono i più “anziani” protagonisti dei linguaggi giovanili e delle comunicazioni integrate che vedono la convergenza tra il personal computer, il telefono e la televisione. L’integrazione è presente oggi nelle proposte che le aziende fanno ai clienti: palmari, videofonini con accesso ai canali televisivi. Nei laboratori e nei centri di ricerca si studiano sistemi hardware e software che offrono la possibilità di trasmettere e di ricevere una maggiore quantità di dati vista la disponibilità al consumo d’informazioni da parte dei clienti e abbonati. Con l’aumentare del flusso di dati abbiamo la possibilità di utilizzare il nostro telefonino cellulare – in modo sempre più creativo…

Gli SMS sono il linguaggio di gran lunga usato perché semplice, immediato e sinteticamente creativo. I telefonini di nuova generazione hanno la possibilità di fotografare, riprendere e inviare. Non sono solo semplici dati testuali, ma immagini e video. I “video messaggi” realizzati ed esposti al vasto pubblico di internet, sono l’attuale frontiera della comunicazione integrata.

I fatti di Torino

I fatti sono noti a tutti: un video in internet mostra un ragazzo disabile, in un aula scolastica, mentre subisce l’aggressione di alcuni suoi compagni. Il filmato è stato ripreso con un videofonino da un compagno di classe e caricato su google, un motore di ricerca, nella pagina “video divertenti”. I navigatori del cyber spazio lo cliccano e sono in tanti a farlo. In breve tempo il video raggiunge il ventesimo posto tra i file più scaricati nella sezione. Poi parte una denuncia, la magistratura blocca il sito, iniziano le indagini. Gli inquirenti identificano i responsabili del gesto. Il fatto accaduto nei mesi scorsi è una eccezione o ci sono altri episodi, altri segnali ai quali è necessario porre attenzione.

Il fatto pone degli interrogativi: Essere sgomenti e allibiti è sufficiente? I nostri percorsi educativi, delle classi (e non solo) che come docenti, alunni o genitori, frequentiamo, o abbiamo frequentato, a cosa sono orientati? L’educazione com’è veicolata in famiglia, se si arriva a questi atti? Come vengono trasmessi i fondamentali della natura umana, della civiltà di un Paese dalle istituzioni? Siamo sgomenti solo perché si tratta di un disabile, per l’episodio così clamoroso, per il fatto che l’episodio sia apparso e scaricato da internet così tante volte? Degli episodi di “maleducazione” che vedono come vittime degli adulti, in particolare i professori cosa ne pensate?

Proviamo a riflettere e a scrivere le nostre idee ed emozioni sull’episodio e l’utilizzo che quotidianamente facciamo delle tecnologie, solo ora, forse stiamo comprendendo quando esse sono potenti e possono orientare la vita delle persone in modo significativo.